Ho un ricordo nitido della mia infanzia che ogni tanto mi torna in mente. Non è un episodio in particolare ma sono più avvenimenti sparsi che con il tempo ho messo tutti nella stessa scatola.
Giocavo con le formiche, le guardavo per ore
mi piaceva vedere cosa trasportavano nei formicai che ci sono nel cortile di casa.
Alle volte mettevo delle briciole apposta in un punto per vedere se e quando sarebbero arrivate a prendere le provviste.
Le formiche, ma in generale tutti gli insetti, mi affascinano
Non ero (sono) interessata al loro nome o agli aspetti scientifici, ma semplicemente mi piace il loro essere così piccini.
Osservare le cose piccole mi ha stimolata alla ricerca del dettaglio, delle forme e delle texture che si annidano negli interstizi della vita.
Guardare a terra, per cercare cose belle da fotografare, per esempio, non è mai stato limitante per me, anzi.
In gioventù ho fotografato molto
dettagli di fiori, cortecce, insetti..
e anche quando ho spostato l’attenzione sulle persone, le fotografavo con ritratti dalle inquadrature ravvicinate e molto strette, in cui i dettagli del viso, le rughe e i pori erano ben visibili.
Mi piace pensare che esistono le persone formicaio e le persone stormo
– le formicaio, guardano il mondo con la lente d’ingrandimento
– le persone stormo lo guardano con il grandangolo preferendo una visione d’insieme, ampia come guardare una stormo di uccelli in volo
io sono una persona formicaio
Ricamo di un dettaglio di un fiore ispirato ad una camelia blu immaginaria
Il quadretto misura (10cm x 8cm)
